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PRIMA DI MEZZANOTTE
(MIDNIGHT RUN)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 8 dicembre 1988
 
di Martin Brest, con Robert de Niro, Charles Grodin (Stati Uniti, 1988)
 
"È qui che voglio vedere gli amici della categoria "si, ma io al cinema vado solo per divertirmi e cambiarmi le idee". Correte prima che il gran sonno postprandiale e pretelevisivo ci abbia stesi del tutto: MIDNIGHT RUN è anche un film straordinariamente divertente ed eccitante. Di quelli, come si diceva una volta, che sanno fare solo gli americani.

Dicevo anche, perché essendo intelligentemente eccitante, MIDNIGHT RUN è anche un ottimo film. È il bello del cinema, e per fortuna non solo del cinema ma noi siamo qui per parlare di quello: che può essere grande parlando di croci e sofferenze maiuscole come d'incidenti inverosimili e comunque minuscoli. Basta che la macchina, quella dell'invenzione, giri.

MIDNIGHT RUN è infatti AFTER HOURS, guarda che ci tocca ancora parlare di Scorsese, al contrario: un meccanica cinematografica quasi altrettanto impeccabile al servizio di significati opposti. La corsa sfrenata del secondo attraverso la New York notturna era infatti l'occasione di un calvario inaspettato: ogni sosta, ogni tappa l'occasione di un nuovo martirio. Quella del film di Martin Brest, una scusa per riderci sopra: se PRIMA DI MEZZANOTTE si ferma per rifiatare non è per mancanza d'ispirazione. Ma per dar tempo ai i due protagonisti (il cacciatore e la preda, almeno all'inizio) di guardarsi attorno con maggior tranquillità, d'incominciare a raccapezzarsi in quel casino d'inseguiti ed inseguitori, d'incominciare a conoscersi insomma.

Lo schema del film è quello di tanti western: l'ex-poliziotto de Niro è diventato cacciatore di taglie, e deve ricondurre da New York a Los Angeles un contabile che aveva truffato l5 milioni di dollari ad un mafioso. Anche se per donarli in beneficienza... Perchè lo schema diventi significativo, occorre inserirlo in uno spazio, geografico e temporale: ecco allora che il viaggio attraverso l'America deve svolgersi in cinque giorni, pena la scadenza del premio per il cacciatore. E perché l'azione si faccia elaborata, si strutturi fino all'astrazione bisogna naturalmente che le cose si complichino: al momento di salire sull'aereo il contabile soffre di claustrofobia, si corre alla stazione, e sul treno finiscono anche altri cacciatori, il tenente dell'FBI con sempre più mezzi e sempre meno idee, i killer del mafioso incaricati di far piazza pulita, il cacciatore di taglie in concorrenza .

Il fascino del film nasce naturalmente da quelli che sono da sempre gli ingredienti della commedia americana: una sceneggiatura perfetta, costruita come un piccolo gioiello di meccanica, e dei grandi attori, dal mestiere così grande da potersi permettere l'autoironia, l'arte di guardar sé stessi recitare, muoversi all'interno di quella meccanica, e quindi sdrammatizzarla, e di conseguenza umanizzarla.

Ma anche (e lo si notava già nell'uso di Eddie Murphy nel film precedente di Brest, BEVERLY HILLS COP) dal procedimento, quasi da cinema di animazione, d'ingigantimento degli effetti: ad ogni svolta dell'itinerario e del racconto gli ostacoli ingrandiscono e si moltiplicano, ma anche le soluzioni e le vie d'uscita. Fino a quell'assurdo che è talvolta, come sappiamo, indice di poesia.

Con qualche sgommata di troppo (ma che spasso quelle macchine della polizia che si moltiplicano a dismisura per lasciarsi sfuggire immancabilmente i due poveracci) la meccanica del film si svolge a meraviglia. Ma Brest ci riserva ancora qualcosa: la capacità di passare dalla caricatura, dalla buffonata all'intimismo. Quando la risata comincia ad apparire risaputa, il gioco ormai scoperto, eccolo riprendere le regole del thriller, farci di nuovo paura. E riavvicinarci ai suoi due protagonisti:

de Niro e Charles Crodin, insuperabili pedine di quel gioco pienamente assunto, trovano ancora il tempo di reintrodurre uno dei grandi temi cari al cinema d'azione, quello dell'amicizia.

Così, MIDNIGHT RUN, film d'azione e di spasso, diventa anche film d'intelligenza."


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